di Francesca Mazzucato
Domani a Zurigo dicono che ci sarà il sole.
Arrivo all’ora consueta, lasciandomi trasportare dal languore, da una voglia, il saggio da concludere, una nuova ipotesi d’amore e *lunghicapelli*, quasi biondi, luminosi.
Forse non mi riconosceresti, A. Non mi vedi da un tempo infinito. Sono remoti cristalli di memoria. Eppure.
Osservandomi nello specchio del parrucchiere mi sono chiesta se è solo un cambiamento, uno svelamento o un nascondermi e nascondere ciò che è stato.
Voglio crederci. A me bionda, a questa ipotesi d’amore, a Chagall che mi verrà a tenere la mano, offrendomi la sua grazia e la sua ipnotica leggerezza.
Voglio crederci, ci provo, mi convinco, sorrido, lascio cadere l’esagerato, tengo accanto il possibile. Che sia.
Oppure no.
Potrei telefonarti e, ancora una volta, interrogarmi su cosa rimane, sulle notti blu che prendono in giro, sulle carte truccate e sui perchè.